Considerazioni sulla formazione dei gironi


4 agosto 2018
Ad ogni inizio di stagione, l’attesa per apprendere la composizione dei gironi è sempre molto viva. Conoscere le società avversarie è motivo di trepidante curiosità, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione delle trasferte con i relativi costi.

Quest’anno, il nostro girone di B1 risulta particolarmente impegnativo da questo punto di vista. Infatti, ogni squadra percorrerà per tutte le trasferte mediamente 1503 km; noi per l’esattezza 1395. Si tratta di un incremento medio per squadra di circa 350 km rispetto allo stesso girone A di B1 (area nord-occidentale) dello scorso anno. Confrontando le composizioni dei gironi rispetto alla scorsa stagione agonistica, abbiamo notato un fatto veramente curioso: delle otto squadre presenti l’anno passato, solamente il Verzuolo figura anche quest’anno nel girone A. Promozioni, retrocessioni, rinunce e ripescaggi vari hanno fatto sì che il girone sia stato rivoluzionato.

Per quanto riguarda invece la C1, è saltata subito all’occhio un’anomalia. La nostra squadra è stata inserita nel girone lombardo-piemontese (D), mentre una formazione di Novara, posta più ad est di Biella, figura nel girone Piemonte-Valle d’Aosta (E). L’immagine che accompagna questo articolo mostra la cartina geografica con evidenziate le sedi di gara dei due gironi in verde e rosso per i gironi E e D, rispettivamente. L’anomalia di cui sopra risulta del tutto evidente.

Considerando che il principio informatore per la composizione dei gironi, stabilito dalla federazione, è quello della viciniorietà (“i singoli gironi…saranno composti in base a criteri geografici che tendano a rendere minime le spese di viaggio e soggiorno delle squadre in trasferta”), abbiamo segnalato l’imprecisione alla Commissione Nazionale Campionati a Squadre.

Ad una prima risposta assai fumosa (“…considerato il baricentro geografico del girone C e quello del girone E, Novara è più vicino al secondo che non al primo e spostare Novara nel girone D con conseguente inserimento di Milano in altri gironi (C o F o G per esempio) avrebbe creato un forte scompenso tra le varie distanze chilometriche medie”) ne è giunta un’altra certamente più leggibile, ma allo stesso tempo non rassicurante (“I raggruppamenti dei gironi sono stati fatti dal computer ottimizzando le distanze in linea d'aria delle sedi (non dei campi gara) di tutte le Società. Modificare i criteri di calcolo introducendo le distanze stradali o quelle autostradali o un misto delle due rimetterebbe in discussione per par condicio tutti i gironi di tutti i Campionati senza, probabilmente, arrivare mai ad una soluzione unica ed inappellabile”).

Nel caso in questione, oltretutto, si trattava semplicemente di invertire due squadre (Biella e Regaldi, che peraltro avevano entrambe segnalato il problema) e non certo di mettere in discussione la composizione di tutti i gironi.

Come nota a margine, veniamo a sapere che, nell’era della geo-localizzazione satellitare, si utilizza meramente la distanza “in linea d’aria”. Ci sia concessa la seguente provocazione: a questo punto, la squadra di Domodossola dovrebbe essere inserita nel girone con la Valle d’Aosta: in linea d’aria è vicinissima!
Inoltre, scopriamo che viene considera la sede societaria e non la sede di gara, come se i nostri ragazzi, al sabato, andassero a prendere un caffè a casa del presidente anziché in palestra a disputare un incontro di campionato.

Per carità, noi sappiamo benissimo che i problemi veri sono ben altri, ma certamente avere sempre e solo a che fare con gente “infallibile”, alla lunga, diventa insopportabile.
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